il blog dei Silvia Roggiani

Futura

Le radici nel passato, lo sguardo al futuro

C’è la voglia di ritrovarsi, di condividere, di confrontarsi. Mi stupisco sempre, dell’amicizia e della generosità che si respira alle Feste de l’Unità. Quella sensazione che si lavori insieme, e per la comunità in cui si vive. È iniziata la stagione delle Feste, così nel weekend sono passata a salutare gli amici di Novate Milanese, Solaro e Pregnana. Proprio qui ho incontrato Paola, volontaria alla sua 45esima festa. 70 anni e l’entusiasmo contagioso di una ventenne.

È straordinario vedere i volti delle donne e degli uomini, giovani ma anche meno giovani, che si danno da fare con una forza quasi commovente. È lo spirito del fare, la voglia di rimboccarsi le maniche, piuttosto che quella di aspettare che le cose cambino da sole. C’è chi serve ai tavoli, chi griglia le salamelle, chi prepara i panini. Sempre col sorriso.

Ieri, come oggi, alle Feste de l’Unità si respira un pezzo di tradizione italiana, di un popolo che senza rinunciare alle sue radici sa cogliere la modernità e farla vivere nella musica, nei luoghi, nel cibo e nei linguaggi. Ognuno ci mette del suo per cercare, ogni anno che passa, di rinnovare il format, dal tema che anima la Festa all'uso per esempio del tablet per fare le ordinazioni. Dalla prima Festa de l’Unità del 1945 n’è passata di acqua sotto i ponti, ma ciò che è sempre uguale è la voglia di fare comunità, di essere partito aperto, di incontrarsi, confrontarsi, anche discutere se necessario, sorseggiando una birra o mangiando un panino con la salamella.

Tra i tanti che vanno alle Festa de l'Unità, alcuni non lo fanno pensando di andare ad una festa di partito, e questo è per noi uno stimolo per allargare e includere. È bello ritrovare anche chi magari si è preso una pausa dal PD, chi arriva incuriosito o chi l’indomani sceglierà di iscriversi convinto così di poter fare qualcosa di buono e di utile per la sua comunità.

Perché se è vero che al centro delle Feste de l’Unità ci sei tu, ci siamo noi e c’è un popolo, c’è anche la politica. Non quella dei caminetti o dei click, non quella delle segrete stanze né quella virtuale. La politica fatta in carne ed ossa, la politica delle persone. Ecco perché, per tutti coloro che si sentono smarriti oggi, tornare alla Festa de l’Unità è un po’ come tornare a casa, dove ritrovare fiducia in un Partito che tende un braccio al passato, alle sue radici, ma tiene lo sguardo dritto al futuro, perché noi siamo quelli che non smettono di lottare per un’Italia migliore del presente.

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