Memoria per fare luce
"Stiamo scendendo nell'abisso senza sapere dove arriveremo, fino a quando cammineremo nel buio". Inizia così l'incipit dell'editoriale di Ezio Mauro questa mattina (sabato) su La Repubblica. Si riferisce a quanto accaduto a Mondovì.
Una stella di David e la scritta "Juden hier", qui abita un ebreo, hanno sporcato la porta di casa di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana, deportata a Ravensbruck. I vigliacchi, hanno agito a pochi giorni dal Giorno della Memoria, per imbrattare e cancellare. Vorrebbero riscrivere la storia. Ma noi non glielo permetteremo, ci troveranno sempre dall'altra parte, a combatterli. Ostinati e determinati.
Perché da una parte c'è il nero, quello di chi agisce nell'anonimato e di notte. Il nero delle scritte sui muri, delle tenebre e del male. Il nero degli inferi, dove è scesa l'umanità con l'Olocausto e con lo sterminio di milioni di persone innocenti.
Dall'altra parte, invece, c'è la luce che rischiara il bene, che illumina i nomi delle vittime e le storie dei Giusti. La luce che si accende per fare memoria, che ci dà forza per guardare indietro e costruire un futuro che non assomigli al passato.